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Lunedì, 19 Aprile 2021 14:41

TRASFORMARE LA CO2 DA PROBLEMA A RISORSA


È stata presentata oggi alle imprese del territorio CO2 Circle Lab - CCL, nuova infrastruttura di ricerca congiunta di Politecnico di Torino e Istituto Italiano di tecnologia (IIT), che risponde alla necessità di sviluppo e innovazione tecnologica in grado di alimentare modelli di produzione, e di gestione dei materiali e dell’energia, ispirati ai principi della circolarità e della sostenibilità ecologica.

L’anidride carbonica è un rifiuto delle nostre attività quotidiane che contribuisce in larga misura al problema del riscaldamento globale. Ma la CO2 può essere trasformata da problema a risorsa. È infatti possibile recuperare il carbonio della molecola di CO2 e riutilizzarlo per ottenere prodotti sintetici, combustibili, materiali, sostanze chimiche per la fertilizzazione del suolo, l’alimentazione degli animali e la cura della persona. È possibile realizzare questo processo in modo sostenibile: l’utilizzo del carbonio ha bisogno dell’idrogeno come partner chimico e sia l’idrogeno che la trasformazione della CO2 possono essere ottenuti attraverso diversi processi (elettrochimico, termochimico, fotochimico e biologico) usando energia rinnovabile. CO2 Circle Lab offre attrezzature d’avanguardia per il recupero, l’accumulo e il riutilizzo delle emissioni di diossido di carbonio attraverso tutti e quattro questi processi.

Pubblicato in Ambiente


Non è stata rilevata presenza di RNA del virus Covid-19 nel particolato atmosferico: questi i risultati sperimentali dello studio Evaluating the Presence of SARS-CoV-2 RNA in the Particulate Matters During the Peak of C OVID-19 in Padua, Northern Italy condotto da ricercatori delle Università di Padova, di Perugia e di Genova che suggeriscono così la bassa probabilità di trasmissione aerea dello stesso attraverso il particolato, ancorché, al momento, esistono pochissimi dati a livello mondiale per confermare definitivamente questa tesi.


Lo studio, appena pubblicato nella prestigiosa rivista «Science of the Total Environment», ha indagato la potenziale presenza di RNA di SARS-COV-2 su una serie rappresentativa di campioni di particolato atmosferico raccolti nella provincia di Padova, durante la prima ondata di pandemia del SARS-CoV-2. Quarantaquattro campioni di PM2,5 e PM10 sono stati raccolti tra il 24 febbraio e il 9 marzo 2020, periodo immediatamente antecedente alle misure di lockdown nazionale, ed analizzati presso il laboratorio di Igiene e Microbiologia Applicata dell’Università di Padova.

Pubblicato in Medicina


Uno studio internazionale, svolto in collaborazione con la Sapienza, spiega i meccanismi alla base dei fenomeni di gigantismo e nanismo che caratterizzano molte specie insulari, confermando anche l’influenza di fattori geografici e climatici. Tra questi le dimensioni dell’isola, la temperatura e la stagionalità. La ricerca è pubblicata sulla rivista Nature, Ecology and Evolution
Le isole sono laboratori naturali di evoluzione, dove è possibile osservare traiettorie evolutive differenti da quelle che caratterizzano le masse continentali. Uno degli aspetti che da sempre suscita interesse e controversie tra gli esperti è la cosiddetta “regola dell’insularità” (o regola di Foster) proposta nel 1964, che tenta di spiegare i processi di gigantismo e nanismo che caratterizzano molte specie animali insulari.

Secondo tale principio biologico, i membri di una specie che popolano le isole tendono ad aumentare o a diminuire le proprie dimensioni nel tempo rispetto a quelli che vivono nei continenti: si pensi agli ormai estinti ippopotami ed elefanti nani nelle isole mediterranee, esempi di nanismo insulare. Così come ci sono specie di piccole dimensioni che possono evolvere in giganti dopo aver colonizzato le isole, dando vita a bizzarrie quali il topo dell’isola di St. Kilda in Scozia (due volte la dimensione dell'antenato continentale), il drago di Komodo, una grossa specie di lucertola diffusa nelle isole indonesiane, o il dodo, un piccione gigante delle isole Mauritious, estintosi nel diciassettesimo secolo a causa della presenza antropica.

Pubblicato in Scienza generale


 

La ricerca dell’Istituto per lo studio dei materiali nanostrutturati del Cnr, pubblicata sulla rivista Advanced Materials, introduce un nuovo paradigma per la manipolazione della materia su scala atomica, basato sull’uso di particolari molecole che vengono utilizzate come veri e propri droni

 Negli ultimi anni lo sviluppo delle nanotecnologie ha permesso la realizzazione di materiali innovativi, grazie alla modificazione della materia su una scala estremamente piccola, invisibile ad occhio nudo. Questo ha portato a progressi sorprendenti nella scienza e nella tecnologia. Fino ad oggi è stato sempre considerato difficile poter scendere ad un livello ulteriore, ovvero poter interagire con ogni singolo atomo di una superficie, operazione attualmente consentita solo con i microscopi a scansione di sonda.

Pubblicato in Tecnologia


Enrico Garaci dell’Università San Raffaele Roma, nonché emerito dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata e Presidente del Comitato Tecnico Scientifico dell’IRCCS San Raffaele Roma è uno degli autori del lavoro “Evidence of the pathogenic HERV-W envelope expression in T lymphocytes in association with the respiratory outcome of COVID-19 patiens” pubblicato sulla prestigiosa rivista EBioMedicine.

 “I retrovirus umani endogeni sono elementi genetici presenti nel genoma umano. La loro attivazione è associata a varie malattie quali la sclerosi multipla, il cancro e il diabete tipo 1. Nel presente lavoro viene dimostrato per la prima volta nel COVID-19 una elevata espressione della proteina dell’involucro retrovirale (HERV-W ENV) che ha un ruolo importante nell’immunopatologia di questa malattia” sostiene commentando l’importanza dei risultati ottenuti.

Pubblicato in Medicina

 

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