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Uno studio del Cnr-Ibiom ha approfondito gli effetti della somministrazione della polidatina – un polifenolo di origine vegetale noto per le sue proprietà antiossidanti – su campioni di cellule caratterizzate da trisomia del cromosoma 21, meglio conosciuta come sindrome di Down. È stata dimostrata la capacità di tale principio attivo naturale di ripristinare il corretto metabolismo energetico cellulare e ridurre lo stress ossidativo, facendone il candidato ideale per la prevenzione dei disturbi neurologici associati alla patologia. La ricerca è pubblicata su Free Radical Biology and Medicine.
Uno studio dell’Istituto di biomembrane, bioenergetica e biotecnologie molecolari del Consiglio nazionale delle ricerche di Bari (Cnr-Ibiom) ha approfondito gli effetti della somministrazione della polidatina – un polifenolo di origine vegetale noto per le sue proprietà antiossidanti – nel contrastare le alterazioni cellulari della sindrome di Down, patologia provocata da una particolare aberrazione cromosomica, ovvero la presenza di una triplice copia (trisomia) del cromosoma 21, che ogni anno colpisce circa 3.000-5.000 bambini nel mondo (1 su 1000 neonati, secondo dati della World Health Organization).

Pubblicato in Medicina


Una procedura innovativa per curare la grave cardiopatia di un giovane seguito dall’Ospedale pediatrico fin da piccolo. Studi preoperatori con modelli 3D e simulazioni virtuali. Pochi casi simili descritti nella letteratura scientifica internazionale.
Manovre fuori dagli standard per l’intervento di cardiologia mininvasiva che ha salvato la vita a un giovane adulto nato con il cuore a metà (senza il ventricolo destro). Era in pericolo per il malfunzionamento della valvola mitrale e per il superlavoro del suo cuore anomalo, condizione che rendeva la chirurgia tradizionale un'opzione ad altissimo rischio. Dopo il via libera del Comitato Etico dell’Ospedale e del Ministero della Salute, la procedura innovativa di riparazione del difetto (impianto trans-catetere di 3 clip valvolari) è stata eseguita con successo da un’équipe del Bambino Gesù con il supporto di esperti internazionali. Il caso, che ha pochi precedenti descritti nella letteratura scientifica mondiale, apre la strada a nuove possibilità di cura per i pazienti con cardiopatie congenite rare.

Pubblicato in Medicina



Le piante e i loro microbiomi associati alle radici formano un olobionte integrato, cruciale per l'acquisizione di nutrienti e la tolleranza allo stress. Sebbene precedenti ricerche abbiano ampiamente esplorato i contributi microbici alle dinamiche di singoli nutrienti, poco si sa su come le comunità batteriche influenzino collettivamente molteplici caratteristiche nutrizionali. Allo stesso tempo, le pratiche agricole industriali hanno intensificato sfide come gli squilibri nutrizionali e la scarsità idrica. Sia la disponibilità di azoto che le condizioni idriche sono fattori chiave per l'assemblaggio e la funzione del microbioma della rizosfera. Tuttavia, la complessa interazione tra diversità microbica, struttura della rete e caratteristiche multinutrizionali delle piante rimane poco chiara. A causa di queste sfide, vi è una pressante necessità di condurre indagini più approfondite sui meccanismi microbici alla base dell'acquisizione multinutrizionale delle piante.

Pubblicato in Scienza generale



Rappresentazione della classificazione geografica delle regioni oceaniche che mostrano dinamiche di cambiamento omogenee, ottenuta mediante l'algoritmo K-means.
Pubblicato su Science Advances lo studio condotto da Cnr-Ismar e Stazione Zoologica Anton Dohrn che adotta un approccio innovativo per comprendere come gli oceani, negli ultimi 25 anni, abbiano risposto ai cambiamenti climatici a livello globale e l’impatto di tali cambiamenti sugli organismi marini microscopici.

Pubblicato in Ambiente



Have you ever thought about what would happen if all life in the ocean disappeared? A recent study explores this extreme scenario to understand how ocean biology shapes the past, present, and future climate.

The ocean plays a critical role in regulating Earth’s climate. It is a massive carbon store that absorbs about 25 percent of human-caused emissions and thus helps maintain a relatively low CO2 level in the atmosphere. But what would happen if all marine life – from the tiniest plankton to the largest whales – disappeared? A recent study delves into this extreme scenario to uncover the crucial role that ocean biology plays in mitigating climate change.

Pubblicato in Scienceonline

 

Un team internazionale di scienziati guidato dall'Università Medica di Vienna ha identificato delle similitudini nei meccanismi di diabete e cancro: come dimostrano i ricercatori, la proteina PPARγ, centrale nella regolazione dei processi metabolici, può influenzare anche la crescita delle cellule del cancro alla prostata. PPARγ è già nota per essere un bersaglio di alcuni farmaci utilizzati per trattare il diabete di tipo 2. I risultati dello studio, pubblicati sulla prestigiosa rivista Molecular Cancer, indicano che tali farmaci potrebbero rappresentare un approccio promettente anche per il trattamento del cancro alla prostata.

Pubblicato in Medicina

 

Pubblicato su Science Advances lo studio condotto da Cnr-Ismar e Stazione Zoologica Anton Dohrn che adotta un approccio innovativo per comprendere come gli oceani, negli ultimi 25 anni, abbiano risposto ai cambiamenti climatici a livello globale e l’impatto di tali cambiamenti sugli organismi marini microscopici

 

Un team di ricerca che ha coinvolto l’Istituto di scienze marine del Consiglio nazionale delle ricerche di Napoli (Cnr-Ismar) e la Stazione Zoologica “Anton Dohrn” di Napoli (SZN) ha per la prima volta applicato un modello climatico a ricostruzioni 3D basate sulle osservazioni per comprendere lo stato di salute degli oceani negli ultimi 25 anni: l’obiettivo era quantificare e descrivere la dinamica dei cambiamenti avvenuti in tale arco temporale e il loro impatto su fitoplancton e altri organismi marini. I risultati sono pubblicati su Science Advances.

Lo studio ha adottato una metodologia empirica innovativa per identificare i comportamenti emergenti a lungo termine della dinamica oceanica e i loro effetti sugli organismi marini: in particolare, sono state prese in esame sei componenti fisiche fondamentali per descrivere la dinamica degli strati oceanici superficiali – temperatura, salinità, profondità dello strato mescolato superficiale, energia associata alle correnti orizzontali e verticali, energia immessa negli oceani dal vento-, e un indicatore quantitativo dell'abbondanza degli organismi fitoplanctonici, le microalghe che costituiscono la base della catena alimentare e contribuiscono al sequestro della CO2 atmosferica.

Pubblicato in Ambiente
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