Il nulla, il tutto, con qualche cosa nel mezzo

Pensate: secondo un'intera famiglia di teorie fisiche, ogni volta che uno di "noi" sceglie se cuocersi un uovo in padella o succhiarlo crudo, se imboccare con l'auto una strada in salita o girare a destra, se comprarsi un paio di scarpe marroni o dei mocassini neri senza lacci, le leggi dell'universo realizzano un doppione della sua persona che spediscono all'istante in un universo parallelo a fare quello che "noi" abbiamo deciso di non fare. Un sottogruppo di quello stesso insieme di teorie fisiche, corredate di tanto di formule matematiche, si spinge perfino a sostenere che a ogni scelta compiuta, a ogni biforcazione superata, viene creato senza indugi un intero universo parallelo, per accogliere e incorporare in sé la replica perfetta non soltanto di "noi" ma anche di tutto il resto: case, città, pianeta, sistema stellare, formiche, buchi neri, iPad, copriorecchie per la neve, comete e galassie compresi. Un gigantesco spreco di infiniti, che passa da un'esistenza virtuale ad una concreta e reale solo perché "noi" seguiamo l'uzzolo di fare qualcosa e scartare qualcos'altro.
“Il bersaglio mobile” di Placido

Le gutteur-il cecchino di Michele Placido – FC al Festival del Cinema di Roma 2012
A sette anni dal fortunato Romanzo criminale, Michele Placido si cimenta con lo stesso soggetto per realizzare un polar transalpino. Fuori Concorso al Festival di Roma 2012, il regista pugliese, con Le gutteur, si conferma capace nell’uso sapiente del linguaggio del genere gangster. L’esercizio di stile dell’autore è innegabile, come la capacità di padroneggiare i codici del genere in questione.
Se Vallanzasca e Romanzo criminale erano "romanzi" molto connotati in senso melodrammatico, dal chiaro tributo stilistico pagato a Scorsese – che a sua volta si rifà ideologicamente al Nostro melodramma, come Coppola, del resto - Il cecchino sposa in tutto la tradizione francese. Mentre i due lavori precedenti risentivano di una memoria puramente italiana, che attinge all’opera lirica e alla commedia dell'arte, il film in oggetto, invece, presenta una cifra stilistica ben calata nel polar francese; si libera, dunque, di ogni componente romantica, senza concedere indulgenze neppure al privato dei personaggi.
La fratellanza per antonomasia dei fratelli Polsky

The motel life – miglior sceneggiatura e premio pubblico BNL – 7imo Festival del Cinema di Roma
Premio per la migliore sceneggiatura e premio del pubblico BNL per il miglior film ad Alan e Gabriel Polsky, che da produttori di cinema indipendente – il loro debutto fu il finanziamento de Il cattivo tenente di Herzog – hanno presentato alla settima Festa del Film di Roma il loro esordio alla regia, il quale ha portato loro fortuna. The motel life è, ovviamente, un film indipendente sia nei mezzi che nell’anima, benché non dal soggetto particolarmente originale.
Gli ingredienti della trama sono quelli tipici di un certo cinema americano. I fratelli di sangue Frank-Emile Hirsch e Jerry Lee-Stephen Dorff non hanno una vita facile. Non l'hanno mai avuta. Soli, a 14 anni, orfani, con pochi dollari in tasca e un fucile antico come unico ‘valore’ ereditato, vivono nei sobborghi di Reno, nel Nevada. Hanno imparato a cavarsela da soli, affidandosi l'uno all'altro, proteggendosi a vicenda, guardandosi le spalle, tenendo fede, ad ogni costo, ad un giuramento fatto alla mamma prima di morire. I due protagonisti ci portano per mano nel loro inferno terreno, fatto di solitudine, rimorsi e progetti futuri che appaiono irrealizzabili.
CENTENARIO (1912-2012) DELLA DIFFRAZIONE DEI RAGGI-X: IL RUOLO DI GIORDANO GIACOMELLO E DELLA SUA SCUOLA NELLA STRUTTURISTICA CHIMICA ORGANICA ITALIANA DEL NOVECENTO

Abstract
Nella ricorrenza del Centenario (1912-2012) dei primi studi sulla diffrazione dei raggi-X, viene ricordato – con una Mostra storico-scientifica-documentaria, curata dall’Autore del Cd-Rom e della nota qui presentati – il contributo fondamentale dato alla Scienza Chimica italiana del Novecento dal Prof. Giordano Giacomello (1910-1968), e dalla Sua scuola, attraverso i significativi studi e le rilevanti ricerche sperimentali effettuati sulla diffrazione dei raggi-X applicati nel campo della Strutturistica Chimica, a partire dai primi anni Trenta del Novecento.
L’iniziativa museale costituisce un doveroso omaggio alla memoria del Prof. Giacomello - eminente uomo di Scienza e di Cultura, persona dai grandi propositi, realizzatore negli anni Cinquanta e Sessanta di Istituti di ricerca universitari e di Centri di Studio del CNR , promotore di una nuova Politica della Ricerca scientifica italiana - la cui opera scientifica e la Sua scuola italiana di Strutturistica Chimica, Chimica-Farmaceutica, di Chimica Nucleare e Radiochimica, di Radiobiochimica, ha formato un consistente numero di studiosi ed eminenti ricercatori italiani noti, a livello internazionale, per le loro significative ricerche scientifiche.
Grazie ai suoi contenuti originali - costituiti da documentazione e da immagini di strumenti scientifici, già in uso nei Centri di Studio diretti dal Prof. Giacomello (oggi patrimonio museale) - il Cd-Rom presentato consente una visita virtuale di sicuro interesse storico-scientifico.
E la chiamano “bufala”

E la chiamano estate di Paolo Franchi - Festa del Film di Roma 2012
Miglior regia per Paolo Franchi - miglior interpretazione femminile per Isabella Ferrari
E la chiamano estate, ultima fatica del regista Paolo Franchi, in concorso alla settima Festa del Cinema di Roma, porta a casa, tra critiche e polemiche, ben due premi: “miglior regia” e “miglior interpretazione femminile”.
Non c’era davvero bisogno di scomodare il maestro Bruno Martino per costruire un pensiero, dietro una serie di inquadrature all’insegna della vacuità. La vedova del musicista, infatti, ha presentato un ricorso cautelare d’urgenza per bloccare la proiezione e la distribuzione del film, perché “lesivo del patrimonio culturale ed artistico del musicista”. Si è gridato contro una critica mai così unanime nella bocciatura di un film, apostrofando gli esperti come bigotti, per non aver capito un film d’autore e perché colpevoli di non dare supporto al cinema italiano. Si sono anche azzardate presuntuose similitudini con lo splendido lavoro di McQueen, Shame, presentato a Venezia, l’anno scorso.
BRANDELLI - Pezzi di Luca Ferrari

Primo Prospettive miglior documentario – Roma 2012
Nato da un reportage fotografico cominciato nel 2009, Pezzi, il documentario di Luca Ferrari, presentato al Festival del Film di Roma di quest’anno, nella sezione Prospettive Italia, si aggiudica il primo premio della sezione. In poco più di un’ora di documentario, si ha molto da riflettere.
Massimo, Stefano, Rosi, Bianca, Giuliana sono i padri, le madri, i figli di una città, Roma, che non li riconosce se non nell’accento sguaiato - quello dell’ignoranza - e che li relega ad una periferia – il laurentino 38 - la cui identità si sovrappone esattamente alle loro vite integrate solo tra loro, non con le altre, quelle della gente “normale”. La galera è in agguato, la droga onnipresente e spappolante. “Il passo dall’immagine fissa a quella filmata è stato naturale” - spiega il regista. Pezzi di vita ruvida, dolorosa, graffiata e graffiante, di giovani vite stroncate e senza via di scampo e di madri, che vivono solo nel ricordo di un giglio sporcato dal sangue della morte violenta.
INTERNET VINCE SULLA SALA

Marfa girl di Larry Clark
Marc’Aurelio d’oro al Festival Internazionale del film di Roma 2012
A partire dal suo primo libro fotografico, Tulsa, datato 1971, nello scorcio di quarant’anni, Larry Clark si conferma coerente con se stesso. La rappresentazione della violenza, l’abbrutimento umano, le psicopatologie dei cosiddetti soggetti normali, l’attenzione verso gli adolescenti e una sessualità esplicita, sono i temi di Marfa girl, Marc’Aurelio d’oro alla settima kermesse cinematografica della capitale. Il tutto è vissuto a Marfa, cittadina sperduta del Texas, di fatto terra di confine tra Usa e Texas, un luogo abbandonato a se stesso e completamente privo d’identità.
Settimana Europea della Mobilità Sostenibile

In considerazione della crescente urbanizzazione, fenomeno che interessa tutte le società, ed a causa delle ripercussioni di differenti natura che la questione del congestionamento delle aree urbane determina, si giustifica come tale problematica sia oggetto di interesse, discussione ed approfondimento finalizzate a ricercare valide ed efficaci soluzioni.
A tale scopo anche quest'anno, dal 16 al 22 settembre, si celebra la "Settimana Europea della Mobilità Sostenibile" manifestazione che ha lasciato scaturire numerose iniziative, tra cui dibattiti ed incontri in molte città europee che aderiscono all'evento.
Giunta alla XI edizione, la manifestazione, promossa dalla Commissione Europea, è considerata il più importante appuntamento internazionale per discutere del rapporto tra mobilità e sostenibilità.
Tema di quest'anno è il "Moving in the right direction" che pone al centro del dibattito il "trasporto alternativo" quale valida soluzione al traffico urbano.
Un problema quest'ultimo che ha ripercussioni di differente natura sulla vita del cittadino.
Infatti al traffico urbano sono riconducibili costi di natura ambientale dovuti alle emissioni di gas serra, il grave 'inquinamento acustico' di cui i centri cittadini sono vittima nonché costi di natura economica derivanti dai consumi energetici di risorse spesso non reintegrabili, tra cui gli idrocarburi.
Ed ancora costi di natura sociale, sia in termini di incidentalità crescente e di sicurezza dei cittadini, sia in termini di qualità della vita degli stessi; costi dovuti ai considerevoli effetti nocivi che il traffico urbano determina sullo stato di salute mentale e su quello fisico dell'individuo.
Un viaggio nel Novecento

Un intellettuale anticonformista, animato da un acuto senso critico che lo ha posto spesso in contrasto con le posizioni culturali e politiche dominanti: Ruggero Zangrandi.
Dal 25 settembre al 19 ottobre la Casa della Memoria e della Storia di Roma rende omaggio al giornalista, allo scrittore, al ricercatore ed all'uomo con una interessante mostra intitolata: "Ruggero Zangrandi: un viaggio nel Novecento".
L'esposizione, curata dell'Istituto Romano per la Storia d'Italia dal Fascismo alla Resistenza (Irsifar), promossa dall'Assessorato alle politiche Culturali e Centro Storico di Roma Capitale in collaborazione con Zètema Progetto Cultura, consta del materiale proveniente dall'archivio personale di Ruggero Zangrandi, donato nel 2007 all'Irsifar dalla figlia del giornalista, Gabriella.
Una selezione di fotografie, appunti, diari e lettere che ripercorrono l'esperienza culturale ed umana di un intellettuale che ha partecipato con intensità alle vicende salienti del nostro Paese durante il secolo scorso.
Dalla conoscenza con Vittorio Mussolini, figlio del Duce, fatta sui banchi di scuola del Liceo Tasso di Roma e con il quale ha collaborato alla pubblicazione del periodico studentesco "La penna dei giovani", alla frequentazione di Villa Torlonia.
Dall'adesione al movimento fascista e la conseguente partecipazione all'attività editoriale con "Il Popolo d'Italia", organo del Partito fascista, alla rottura con il regime, fino alla fondazione del Partito socialista. Rivoluzionari eventi che condussero il giornalista prima alla reclusione nel carcere di Regina Coeli e successivamente alla deportazione nelle prigioni di Alexanderplatz e di Charlottenburg in Germania.
La scarcerazione ed il ritorno in Italia. L'attività di commentatore politico per il quotidiano "Paese Sera", quella di ricercatore storico, la militanza nel Partito Comunista italiano.
L'attività di scrittore terminata con la morte avvenuta per suicidio nell'ottobre del 1970.
I documenti presentati presso la Casa della Memoria dimostrano come Zangrandi sia sempre stato conscio dell'importanza della ricerca della verità anche, e soprattutto, se scomoda.
Crepe

"Quebrantos", termine della lingua argentina il cui significato è "crepe" o "squarci", è il titolo del libro presentato il giorno 17 settembre, presso la Casa della Memoria e della Storia di Roma.
Alla presentazione del volume, il cui titolo completo è "Quebrantos. Storie dell'esilio argentino in Italia", hanno partecipato: Delia Ana Fanego, curatrice del testo; Ernesto Nassi, vice Presidente Vicario della A.N.P.I. (Associazione Nazionale Partigiani d'Italia); Carlos Cherniak, Ministro dell'Ambasciata Argentina in Italia; Fabio Sebastianini, Giornalista; Susanna Nanni, Ricercatrice e Docente di Storia ispanica presso l'Università di Roma TRE; Stefano Gambari, Responsabile della Biblioteca della Casa della Memoria.
Come ha precisato la curatrice del volume pubblicato in Argentina nel 2010, l'opera intende rendere omaggio alle vittime ed in particolare a coloro i quali, a causa della propria militanza politica, sono stati costretti dal regime militare al potere tra il 1976 ed il 1983 ad esiliare.
Molti di essi scelsero come destinazione del proprio esilio l'Italia, Paese di origine di numerosi cittadini argentini.
Il volume riporta fedelmente i testi, trascritti nel 2007, delle interviste rilasciate nel 1978 dai familiari degli esuli.
Testimonianze attendibili, contemporanee allo svolgimento di quelle tristi vicende; ricordi non mutati o mitigati dal trascorrere del tempo quindi di grande valore storico ed umano.
Il materiale raccolto dalle interviste sarebbe dovuto divenire soggetto per uno sceneggiato prodotto dalla RAI alla fine degli anni 70, sceneggiato mai realizzato per non determinare tensioni diplomatiche tra Italia ed Argentina.
Si trattava infatti di testimonianze dure di quel periodo storico. Un periodo che per molti cittadini argentini ha significato torture, reclusione e lotta per la sopravvivenza.
La dura repressione attuata dal regime, spietatamente deciso ad instaurare un sistema ultra-liberista, è raccontata attraverso le testimonianze di famiglie ed individui molto differenti fra loro sia dal punto di vista politico sia sociale.
Una eterogeneità che, come ha sottolineato Susanna Nanni, conferisce all'opera un alto valore di memoria collettiva.
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