Diabete autoimmune: non è il glutine il fattore scatenante
Il diabete autoimmune, o di tipo 1, si presenta spesso associato con la celiachia, soprattutto in giovane età: oggi, uno studio condotto dal Cnr-Ibbc in collaborazione con l’Università Federico II di Napoli ha chiarito la relazione tra diabete e celiachia, dimostrando che il glutine – responsabile della celiachia e a lungo ritenuto uno dei fattori coinvolti nel diabete autoimmune- non è la causa scatenante il diabete. I risultati sono pubblicati sulla rivista scientifica Diabetes.
Il "codice a barre" dei cromosomi: una nuova chiave per leggere il genoma umano
I risultati di una ricerca della Sapienza Università di Roma hanno svelato la struttura organizzata dei centromeri, le regioni centrali dei cromosomi finora ritenute indecifrabili. Pubblicati sulla rivista “Science”, i dati offrono nuovi strumenti per lo studio dei tumori e delle malattie genetiche
Ogni essere vivente cresce e si riproduce attraverso numerose divisioni delle proprie cellule. Affinché tale processo avvenga correttamente e senza complicazioni, è necessario che prima la cellula copi e organizzi precisamente le istruzioni genetiche che si trovano nel DNA.
La sombra de los grandes navíos: El ocaso de un mundo inocente
Aquí estoy. Yo soy Caonabó, cacique de Maguana. Mi historia no es solo la mía, sino la de mi pueblo, los Taínos, y la de un mundo que, en un abrir y cerrar de ojos, fue barrido. Escuchen, y oirán el lamento del viento que susurra el nombre de nuestra tierra perdida.
El Breve Encanto: La Aparición de la Nada
Recuerdo el primer avistamiento, un día grabado no en la memoria, sino en la sangre misma de nuestra isla. El sol irradiaba la superficie de las aguas, pero en el horizonte, unas sombras titánicas danzabancomo espectros. No eran nuestras ágiles canoas, nacidas del abrazo de los árboles, sino fortalezas flotantes con velas blancas como sudarios. De sus oscuras entrañas emergieron hombres. Su piel, clara como la espuma moribunda de las olas, sus rostros velados por extrañas malezas, sus ropas que brillaban con una luz metálica, antinatural. Eran un enigma, un presagio, algo que nuestros antepasados nunca habrían podido concebir.
L'ombra delle grandi navi: il crepuscolo di un mondo innocente
Eccomi. Io sono Caonabó, cacique della Maguana. La mia storia non è solo la mia, ma quella del mio popolo, i Taíno, e di un mondo che, in un battito di ciglia, fu spazzato via. Ascoltate, e sentirete il lamento del vento che sussurra il nome della nostra terra perduta.
L'incanto breve: l'apparizione dal nulla
Ricordo il primo avvistamento, un giorno scolpito non nel ricordo, ma nel sangue stesso della nostra isola. Il sole irradiava la superficie delle acque, ma all'orizzonte, delle ombre titaniche danzavano come spettri. Non erano le nostre agili canoe, nate dall'abbraccio degli alberi, ma fortezze galleggianti con vele candide come sudari. Dalle loro oscure viscere emersero uomini. La loro pelle, chiara come la schiuma morente delle onde, i loro volti velati da strane boscaglie, i loro abiti che brillavano con una luce metallica, innaturale. Erano un enigma, un presagio, una cosa che i nostri antenati non avrebbero mai potuto concepire.
Il loro capo, Colón, si presentò con gesti amichevoli, una maschera sottile su un volto affamato. Portava con sé oggetti luccicanti: gemme di vetro che riflettevano un arcobaleno ingannevole, campanelli che tintinnavano con una melodia che presto sarebbe diventata un pianto, stoffe dai colori vividi che nascondevano il tessuto della distruzione. Noi, il popolo di Arawak, li accogliemmo con la nostra cieca, sacra ospitalità. Offrimmo loro la linfa della nostra terra, la dolcezza delle nostre acque, l'oro che per noi era solo un frammento del sole, puro ornamento. Loro ci diedero in cambio le loro "meraviglie", e per un fugace istante, fu uno scambio sublime, ma maledetto. Eravamo curiosi, sì, ma era la curiosità dell'agnello davanti al lupo travestito. Non capivamo che quello che offrivano con una mano, avrebbero strappato con la brutalità di entrambe, strappandoci l'anima stessa.
Parte 3 - La guerra come meccanismo endogeno di crescita nel capitalismo: una prospettiva critica e proposte per modelli alternativi
Parte 3: Oltre il limite: l'insostenibilità di un modello distruttivo
Abstract: Nelle prime due parti del nostro saggio, abbiamo delineato il paradosso fondamentale del capitalismo – la sua incessante ricerca di crescita in un pianeta finito – e abbiamo analizzato come la guerra possa inaspettatamente agire da meccanismo di "reset" per questo sistema. Abbiamo esaminato i cicli di distruzione e ricostruzione, gli stimoli derivanti dalla spesa militare e le ricadute tecnologiche, pur riconoscendo le gravi inefficienze e i costi morali del "Keynesismo militare". In questa terza parte, sposteremo la nostra attenzione sui limiti intrinseci e insuperabili che il modello capitalistico sta ormai palesemente incontrando. Esploreremo la convergenza di crisi demografiche, ambientali e di risorse, dimostrando l'illusorietà di una crescita disaccoppiata e rafforzando l'urgenza di un cambio di paradigma radicale.
L'eredità maledetta delle Americhe: la piaga del “conquistador”
Sono Martín Alonso Pinzón, e ho avuto l'onore di comandare la Pinta attraverso il grande Mare Oceano. È stata un'esperienza incredibile, un viaggio che ha cambiato il mondo per sempre, anche se, col senno di poi, quel cambiamento portò con sé un'ombra inaspettata.
Siamo giunti a una terra che chiamavamo le Indie Occidentali, isole rigogliose e profumate. Ricordo ancora il momento in cui la terra apparve all'orizzonte, un verde smeraldo che si levava dalle acque blu. Ci hanno accolto genti dalla pelle ramata, curiosi e amichevoli, con sguardi ingenui e gesti semplici. Il Generale Colón si raccomandò subito: "Siate gentili, figlioli. Queste anime sono pure." E noi lo fummo, o almeno ci provammo. Poi vennero le donne. Ah, le donne! Meravigliose, con i loro corpi snelli e gli occhi scuri e lucidi. Erano disponibili, sì, dopo un semplice cerimoniale fatto di canti e danze. Forse pensavano di divenire le nostre spose, spose di semidei scesi dal cielo. Eravamo uomini, marinai, lontani da casa da troppo tempo. Le notti erano calde, l'aria intrisa di profumi sconosciuti e la compagnia era dolce, troppo dolce per rifiutarla.
L'Ultimo Rito di Veracruz
"Il sole, a Veracruz, non era un amico, ma un carnefice. Picchiava sulla nuda pelle, prosciugava ogni goccia di speranza, trasformava l'aria in un sudario denso e umido. Ero lì, Luogotenente Diego Salazar, con il sapore del sale e della paura in bocca, mentre il destino si compiva sotto i miei occhi. La sera prima, Cortés ci aveva radunati, e la sua voce, solitamente un tuono di comando, era stata un sussurro freddo, più agghiacciante di qualsiasi urlo. "Non c'è ritorno," aveva detto, e quelle parole si erano conficcate nel petto di ogni uomo come schegge di legno marcio. "Solo la conquista. O la morte." Non era un'opzione, non era una scelta. Era una sentenza.
La herencia maldita de las Américas: la plaga del conquistador
Soy Martín Alonso Pinzón, y tuve el honor de comandar la Pinta a través del gran Mar Océano. Fue una experiencia increíble, un viaje que cambió el mundo para siempre, aunque, en retrospectiva, ese cambio trajo consigo una sombra inesperada.
Llegamos a una tierra que llamamos las Indias Occidentales, islas exuberantes y fragantes. Todavía recuerdo el momento en que la tierra apareció en el horizonte, un verde esmeralda que se alzaba de las aguas azules. Nos recibieron gentes de piel cobriza, curiosas y amigables, con miradas ingenuas y gestos sencillos. El General Colón nos recomendó de inmediato: "Sean amables, hijos. Estas almas son puras."
Y lo fuimos, o al menos lo intentamos.
The last rite of Veracruz
The sun in Veracruz was no friend, but an executioner. It beat down on bare skin, draining every drop of hope, turning the air into a dense, humid shroud. I was there, Lieutenant Diego Salazar, with the taste of salt and fear in my mouth, as destiny unfolded before my eyes. The night before, Cortés had gathered us, and his voice, usually a commanding thunder, had been a cold
whisper, more chilling than any shout. "There's no turning back," he'd said, and those words had pierced every man's chest like splinters of rotten wood. "Only conquest. Or death." It wasn't an option, not a choice. It was a sentence.
The next morning, the order was given, and its weight crushed us like boulders. Not the purifying fire that would have quickly consumed our ships, leaving only ash and a memory. No. Cortés had chosen a slower, crueler torment: methodical destruction.
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